Categorie
Cave di Gaggio Nord Oasi e riserve

Presenza del Marangone nell’Oasi di Gaggio

In questi giorni stanno confluendo i dati dei censimenti della fauna ornitica presso l’Oasi di Gaggio, sito ZCS Zona di Protezione di Conservazione Speciale per Fauna e Flora. La presenza del Marangone (Phalacrocorax carbo) viene documentata in 19 esemplari, un numero sostenibile per il sito naturalistico, la peculiarità di questa specie rimane che la sua base alimentare è costituita prevalentemente da pesce. Per il suddetto motivo il Marangone rimane inviso dai pescatori e dagli allevatori vallivi di pesce che lo vedono come un terribile antagonista. Abilissimo pescatore nuota sotto il pelo dell’acqua ed una volta individuata la preda la cattura per la testa e la porta fuori dall’acqua per cibarsene. Successivamente usa mettersi con le ali aperte ad asciugare, con la caratteristica posa. Con la stagione invernale il Marangone abbandona le coste e tende a concentrarsi negli specchi d’acqua dell’entroterra e nei canali del centro della città di Venezia nei canali cittadini, grazie alla presenza della nutrita fauna ittica, soprattutto cefali, nonché incentivati dalle temperature più miti e riparati dal vento. La gran parte degli esemplari presenti in Val Padana come svernanti provengono dalla Danimarca, Olanda, Germania. Il Marangone abile pescatore, rimane l’unico uccello in grado di predare abitualmente il Pesce gatto, vero  e proprio flagello per la fauna ittica d’acqua dolce: pesce importato dagli Stati Uniti per fini ornamentali e per la pesca sportiva ha letteralmente colonizzato ogni specchio d’acqua dolce della Pianura Padana. Pesce voracissimo e resistente anche in acque inquinate e povere d’ossigeno, ha messo in difficoltà portandone alla rarefazione specie come la Tinca, il Luccio, il Cobite comune, il Ghiozzo, la Lampreda di fiume ed altri. Il Pesce gatto grazie ai sui potenti aculei situati nelle pinne dorsali e pettorali si rende inattaccabile da altri pesci. Il veleno trasmesso dagli aculei è innocuo per l’uomo anche se la puntura è molto dolorosa. Il Marangone si ciba del Pesce gatto con estrema facilità, sviluppando una specifica tecnica di pesca. Catturato il pesce se di piccole dimensioni, l’uccello lo lancia in aria, il Pesce gatto avendo la testa che pesa circa 1/3 del corpo, per via la forza di gravità si capovolge con la testa verso il basso permettendo al Marangone di aspettarlo a becco aperto ed inghiottirlo facendolo scivolare direttamente nello stomaco. Nella caduta, gli aculei si riflettono all’indietro facendo scivolare il corpo del pesce nell’esofago senza che questi si conficchino nelle pareti. Il Cormorano, grande pescatore, rimane un uccello molto utile per contenere le specie ittiche alloctone che stanno impoverendo i nostri corsi e specchi d’acqua dolce. Fra le specie introdotte nei nostri habitat, oltre il Pesce gatto, si annovera il Persico sole, il Persico trota, il Lucioperca, la Gambusia, il Siluro, ecc.

Nella foto un Marangone preda un Pesce gatto di notevoli dimensioni.

Categorie
Cave di Gaggio Nord Oasi e riserve

Oasi di Gaggio, un Airone guardabuoi abbattuto

Presso l’Oasi di Gaggio in Marcon VE nella tarda  mattinata di domenica 24 gennaio i volontari impegnati nell’ attività di accoglimento visitatori, accertavano la presenza nel sentiero più vicino ai confini dell’Oasi, di un esemplare di Airone guardabuoi, abbattuto con un colpo di fucile. L’animale presentava un foro ben visibile  su un ala riconducibile ad un pallino da caccia, ferita non mortale ma probabilmente l’esemplare è deceduto, una volta colpito con l’impatto sul suolo del camminamento. Per la tutta la mattina del 24 gennaio, come ogni domenica, l’attività venatoria all’esterno del sito naturalistico rimane  particolarmente intensa. L’Oasi vero  proprio punto di rifugio per la fauna selvatica soprattutto uccelli nella stagione venatoria,  quando viene  aperta al pubblico qualche uccello, spaventato dalla presenza di visitatori,  si allontana uscendo dall’Oasi, che pur essendo di 36 ettari, rimane una piccola superficie per gli esemplari selvatici: in questa circostanza  spesso gli esemplari vengono abbattuti. Nel caso in esame, questa specie protetta dalla vigente normativa è facilmente riconoscibile dalla sagoma e dalla livrea, l’autore di tale uccisione potrebbe ricondursi ad un bracconiere oppure, altra ipotesi, l’Airone guardabuoi è stato colpito poichè si trovava nella linea di tiro di un seconda specie, cacciabile. Informato il nucleo guardie venatorie della Sezione LIPU di Venezia, queste si portavano sul posto senza per rintracciare l’autore. L’Airone guardabuoi specie svernante e nidificante all’Oasi di Gaggio è stato appena censito nel numero di 80 esemplari.